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“Io sono Metal Dude!”

La cultura popolare, che si diffonde attraverso vari media come i social, Hollywood e Bollywood, può influenzare profondamente la psiche umana, portando a idee errate su come affrontare i principali problemi della società, sul ruolo cruciale della leadership e su cosa essa realmente comporti. Anche le narrazioni politiche hanno un effetto simile.

Tendiamo a sopravvalutare le capacità dei nostri leader, a sottovalutare cosa significhi veramente essere un leader e continuiamo a sperare in vano che un eroe dotato di superpoteri possa apparire e risolvere tutti i nostri problemi. Questi errori di giudizio non derivano solo dalla nostra natura umana, ma sono anche il risultato dell'influenza costante della cultura popolare sulle nostre percezioni quotidiane.


Gli scienziati comportamentali definiscono questo fenomeno "pregiudizio cognitivo". Negli anni Settanta, i professori Martin F. Kaplan e Steven Schwartz hanno condotto un'importante ricerca su questo tema, che continua a offrire preziose intuizioni ancora oggi. In termini più semplici, il pregiudizio cognitivo si riferisce al condizionamento delle nostre percezioni e del nostro modo di comprendere il mondo. Questo processo di condizionamento può avvenire attraverso un’esposizione ripetitiva – e nell'era dei social media, tale esposizione può avvenire praticamente in ogni momento della giornata. Poiché i social media offrono una varietà di contenuti, sia positivi che negativi, e gli algoritmi di queste piattaforme mirano a massimizzare il coinvolgimento a qualunque costo, il nostro futuro rischia di essere caratterizzato da distorsioni della realtà e da idee errate sulle opinioni comuni.


Di conseguenza, gli stereotipi – siano essi legati al genere, all’etnia, all’età, alla condizione economica o ad altre differenze percepite – continueranno a proliferare sia sui social media che nella psiche umana. La disinformazione continuerà a radicarsi tra un vasto pubblico semplicemente perché molte persone sono costantemente esposte ad essa. Questo è anche il motivo per cui, collettivamente, continuiamo a credere nell'esistenza di un individuo che, indossando un guanto di metallo tempestato di gemme, possa risolvere tutti i nostri problemi semplicemente schioccando le dita e dichiarando: "Io sono Metal Dude!"


I politici sono ben consapevoli di questo aspetto della scienza comportamentale, così come coloro che nutrono ambizioni politiche e le macchine elettorali che sostengono i loro interessi. E non esitano a sfruttarlo a proprio vantaggio. In quasi ogni discorso pronunciato dai politici di tutto il mondo, è probabile sentire frasi come "Io posso farlo [qualunque cosa sia]..." o "Io vi prometto [qualunque cosa sia]", ma è raro sentire "Possiamo risolvere questo problema insieme!". Perché? Probabilmente perché non sono i bisogni della società o i nostri che contano, ma l'ambizione personale del politico che vuole condizionare le nostre percezioni attraverso narrazioni testate su focus group: “Io sono Metal Dude!”


Nonostante le opportunità di lavoro e di business create per sociologi ed esperti comportamentali che supportano questi politici, i pregiudizi cognitivi impediscono a noi – come collettività umana – di riconoscere il vero protagonista che potrebbe effettivamente risolvere i problemi che affrontiamo ogni giorno. Quel protagonista è dentro ognuno di noi e si manifesta quando lavoriamo insieme per trovare soluzioni ottimali. Spesso trascuriamo questo fatto perché siamo troppo occupati dalle preoccupazioni quotidiane, come mettere il cibo in tavola, vestire i nostri figli e garantire loro l'istruzione necessaria. La vita procede così, e quindi continuiamo a sperare che da qualche parte esista davvero un Metal Dude, una Metal Dudette o un supereroe non binario che possa risolvere tutti i nostri problemi e alleviare i nostri fardelli. Se solo sperare con sufficiente forza lo rendesse reale…


La realtà è che un tale protagonista non esiste. Anzi, in ogni sacra scrittura, l'apparizione di un personaggio onnipotente segna spesso la fine della vita come la conosciamo, che si tratti dell'Apocalisse, del Giorno del Giudizio o del Ragnarök.


Spetta a ciascuno di noi trovare il modo di collaborare e lavorare insieme per risolvere le questioni sociali, economiche e geopolitiche che continuano a influenzare il nostro benessere e i nostri mezzi di sussistenza. Questa è la pura e semplice verità: non esiste un protagonista onnipotente a cui possiamo affidare questo compito. Se un politico insiste nel dire che è lui l’eroe che dovremmo sostenere con i nostri voti e i nostri soldi, è probabile che miri solo a ottenere proprio queste due cose, forse nemmeno nella stessa sequenza.


Se davvero desideriamo un mondo migliore per noi stessi e per i nostri figli, spetta a noi costruirlo. Costruiamo insieme un Futuro migliore del Passato!


Questo articolo è stato pubblicato su Medium

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